Il Veneto da sempre è terra di vino, dalla Laguna alle Dolomiti non vi è terra senza vite. I vigneti dedicati alla produzione dei vini Ai Palazzi comprendono le denominazioni che valorizzano territori con caratteristiche uniche e particolari.

Per cercare di sintetizzare al meglio e valorizzare le peculiarità di ogni vigneto, sono state effettuate attente ricerche, rifacendosi agli studi di zonazione svolti, sono stati valutati varietà e cloni per decidere dove metter a dimora ogni singola varietà oggi coltivata.

DOCG COLLI DI CONEGLIANO

Una piccola Denominazione incastonata tra le colline di Conegliano e Vittorio Veneto, decretata DOC nel 1993 e divenuta DOCG nel 2011. Tra i promotori della creazione di questa Denominazione spicca anche Adriano Dal Bianco, il quale ha fortemente voluto il riconoscimento della vocazione di queste colline per la produzione di vini fermi. Vi sono scritti che testimoniano la lunga tradizione vitivinicola della zona già ai tempi dei Romani; a questi si aggiungono gli “Statuti Coneglianesi” del 1282 che documentano la produzione di vini bianchi. Il passaggio dell’area sotto il controllo della Repubblica di Venezia accresce la fama del vino, il quale era molto ben gradito alla corte dei Dogi, come testimoniano le Ducali del 1431 e del 1491.
Le preziose testimonianze si susseguono sempre più incalzanti, dal passaggio di Carlo V a Conegliano all’istituzione dell’Accademia dell’Agricoltura nel 1769 fino alla fondazione della Scuola di Viticultura ed Enologia nel 1876.

Un patrimonio storico che affonda le radici nella tradizione. La Denominazione Colli di Conegliano senza altra qualificazione è riservata al vino bianco ottenuto da uve Manzoni Bianco (min. 30%), Pinot Bianco e/o Chardonnay (min. 30%); possono concorrere anche uve delle varietà Sauvignon e/o Riesling nella misura massima del 10%.

Colli di Conegliano accompagnata dalla specifica rosso è riservata al vino ottenuto dalle uve di vitigni quali Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Marzemino e Merlot, i quali devono essere presenti almeno al 10%. A questi si possono aggiungere, fino ad un massimo del 20%, Incrocio Manzoni 2.15 e/o Refosco.

A questa Denominazione appartengono i vigneti Ai Palazzi della collina di Ogliano, i quali si estendono per 4 ettari.

I vini Ai Palazzi nascono nelle colline di Conegliano nella frazione di Ogliano. La caratteristica principale è l’orogenesi dei suoli determinata dal ritiro del ghiacciaio Piave, che dominava la valle e ha plasmato questo territorio determinando substrati del sottosuolo di questa particolare collina. Un andamento dolce ed irregolare, caratterizzato da un substrato di depositi glaciali wurmiani, argille azzurre lacustri del Miocene, strati di limo, sabbia e roccia che creano una grande complessità del terreno.

DOC DELLE VENEZIE

La Repubblica di Venezia giocò un ruolo decisivo che permise alla viticultura di elevarsi. Sotto il dominio della Serenissima, che durò circa quattro secoli, si andarono infatti a definire e a valorizzare sempre più le zone di produzione. Fino a quel momento il mercato considerava prevalentemente il colore del vino: rosso, bianco nonché le sue sfumature e il vitigno utilizzato. Grazie alla Serenissima si iniziò a parlare di zona di provenienza e di vocazionalità, le quali diventarono di più un elemento determinante nelle scelte dei commercianti e del consumatore.

La sempre maggior richiesta di qualità dei vini che arrivava soprattutto da Oltralpe, spinse i viticoltori ad una maggior attenzione circa l’epoca di vendemmia, piuttosto che i metodi di conservazione e di trasporto.

Il XIX secolo è segnato dalla nascita di numerosi centri di studio e ricerca che si affiancano ai più importanti Atenei e Scuole di formazione presenti nel Triveneto.
Oggi, la storia di questo territorio e la sua promozione viene perseguito dal Consorzio DOC delle Venezie che riunisce il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto e la provincia autonoma di Trento.

Questi territori sono accomunati dalla presenza di un microclima molto simile, fresco e ventilato che permette di concentrare e mantenere nelle uve un elevato contenuto di acidità. Forti le escursioni termiche tra il giorno e la notte esaltano il corredo aromatico delle uve. Inoltre, il territorio è la conseguenza del lavoro di numerose alluvioni e dei corsi d’acqua che hanno depositato materiale calcareo e grossolano, ma anche ghiaia e sabbia.

Tutti questi aspetti sono stati i presupposti favorevoli per la coltivazione di un vitigno che qui ha trovato una delle sue massime espressioni, il Pinot Grigio. Territorio e vitigno sono quindi uniti e tutelati unitamente grazie alla denominazione PINOT GRIGIO DOC DELLE VENEZIE.

IGT TREVENEZIE

Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Provincia autonoma di Trento rientrano in questa Denominazione che abbraccia per lo più vini fermi. Ogni territorio ha i suoi vitigni tipici che caratterizzano ogni zona di produzione nonché ogni vino.

L’ampia zona è delimitata a nord dalla catena montuosa delle Alpi che lo protegge dai fenomeni continentali e si estende fino al mare. Numerosi sono i corsi d’acqua di notevole e costante portata che attraversano la Denominazione, lungo i quali, soprattutto in passato, si è sviluppata l’attività agricola. I corsi d’acqua assieme ai ghiacciai che occupavano queste terre hanno plasmato in maniera quasi omogenea questi suoli ed i sottosuoli: la parte alpina e collinare si distingue per formazioni calcaree o calcareo-dolomitiche di epoca mesozoica, soggette spesso a fenomeni di carsismo, mentre l’alta e media pianura sono caratterizzate da depositi alluvionali prevalentemente ghiaioso sabbiosi, originatosi dal materiale trasportato dai corsi d’acqua. Infine, la bassa pianura, caratterizzata dal lento andamento dei fiumi è formata da sedimenti più fini, limoso-argillosi con presenza di materiale organico.
Le Alpi e l’Adriatico svolgono una funziona mitigatrice che smorza gli estremi termici estivi ed invernali.

La denominazione prende il nome da “Tre Venezie” o “Le Venezie”, nomi con cui era conosciuto questo territorio interregionale durante la Repubblica di Venezia prima e poi con l’avvento dell’Impero Austro-Ungarico. La Serenissima ha regolamentato non sono le attività commerciali ma anche la gestione agraria e territoriale, influenzando così anche la viticultura del territorio, il quale si distingueva per i propri prodotti caratteristici. La dominazione asburgica poi segna una tappa molto importante per queste terre, infatti, grande era l’interesse per il miglioramento varietale, le tecniche colturali e di moltiplicazione.

Oggi la denominazione IGT Trevenezie è la prima in Italia per volume complessivo di utilizzazione e per volume esportato. Caratteristici di questa sono i rossi bordolesi, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc monovarietali o bivarietali; altresì i blend delle varietà autoctone. Per i vini bianchi spiccano lo Chardonnay, i Verduzzi e la Garganega. Tutti questi vitigni sono principalmente rappresentati da vini fermi.